A spasso tra i filari alla scoperta degli autoctoni abruzzesi
Vitigni autoctoni e archeologia un binomio di cultura perfetto
di Federica Paridi
In un mio recente viaggio in Abruzzo ho visitato la Cantina Tollo che inizia la sua attività nella prima decade degli anni sessanta con un chiaro progetto di valorizzare i vitigni autoctoni presenti sul territorio. Oggi gli sforzi sono concentrati sul recupero della varietà Maiolica, un progetto iniziato nel 2010 e viene portato avanti, congiuntamente con la banca del germoplasma dell’Istituto Sperimentale di Viticoltura di Conegliano Veneto (Treviso).
La Maiolica è un vitigno che è sempre stato presente sul territorio di Pescara, di Chieti, in piccolissime aree di Macerata e in alcune località marchigiane. Si tratta di un Vitigno a bacca nera, sporadicamente diffuso, che nel corso degli anni ha rischiato di scomparire da questo vitigno, unica azienda a vinificarlo, dal 2021, si ottiene Maiolica Igp Terre di Chieti che ha una veste di colore rubino tenue con note di fragola di bosco macerata e lampone. Un vino di medio corpo, piacevole ed elegante con tannini setosi e freschezza con un finale lungo e persistente. Fermentazione alcolica spontanea in serbatoi di acciaio inox delle uve in parte pigiate ed in parte a grappolo intero. Fermentazione malolattica ed affinamento in acciaio ed anfora in terracotta. Il vino viene imbottigliato senza chiarifica né filtrazione.
In cantina ho incontrato Luciano Gagliardi, Presidente di Cantina Tollo che orgogliosamente mi ha dichiarato che questo progetto rappresenta per la Cantina – “un pezzo della nostra storia collettiva, che coincide con quella del luogo che dà il nome alla cantina. Progetto che affronta nelle radici di un territorio straordinario come quello tollese”.
A sancire ancora una volta il legame di questo vino con il suo territorio è anche la scelta dell’etichetta che è stata creata dal ceramista Lorenzo Di Stefano, su ispirazione alle tavelle seicentesche di maiolica presenti nella Chiesa campestre di San Donato di Castelli, definita da Carlo Levi la “Cappella Sistina della Maiolica”. Sfondo blu intenso su cui in primo piano emerge un ritratto di una donna dal profilo austero e abiti sfarzosi.
Cantina Wilma
Da Tollo a Chieti in direzione del rione Madonna della Vittoria la mia meta è Cantina Wilma ne ho sempre sentito parlare e finalmente si è presentata l’opportunità di visitarla, percorro una stradina che si stringe sempre di piu, ma mi offre la spettacolare vista sulla vallata del Fiume Pescara, se mi giro dall’altro lato ecco la bellezza agreste del paesaggio abruzzese.
La cantina si sviluppa su otto ettari di terreno, fondata nel 2007 produce solo vini in regime biologico. Il vigneto si estende su due ettari, su cui ventono allevati i vitigni autoctoni di Montepulciano d’Abruzzo, Pecorino Colline Teatine e Trebbiano d’Abruzzo. La produzione totale annua si attesta sull’ordine delle diecimila bottiglie, i rossi: 4000 di Montepulciano e 1000 di Cerasuolo circa, i bianchi: 3000 quelle di Trebbiano e 3500 di Pecorino.
Su altri tre ettari si estende l’uliveto con le cultivar di Leccino. Su due ettari viene coltivato il tipico carciofo “Mazzaferrata” ed il restante terreno è lasciato a bosco.
La bottiglia principale è il “Il vino di Donna Theti” chiaramente ispirato alla leggenda della madre di Achille che secondo la leggenda, avrebbe fondato la città di Chieti con il nome di Teate.
I vini vengono prelevati direttamente dalla botte e messi in bottiglia senza subire chiarifica e filtrazione e senza essere stabilizzati. La naturale vinificazione con lieviti autoctoni e l’affinamento sulle fecce fini in solo acciaio ne mettono in risalto i caratteri territoriali.
Alla base del lavoro il desiderio di tornare alle origini del Pecorino come vitigno della pastorizia e figlio della montagna. Assaggio Rustico di Pecorino Ancestrale Pecorino al 100% surgelando parte del mosto che poi viene aggiunto in bottiglia, con sboccatura manuale e colmatura con lo stesso vino e senza aggiunta di zuccheri. Prodotto in sole 500 bottiglie. Pera e floreale, note aggrumate a cui segue un finale di nocciola. Freschezza, corpo. Un vino che si presenta elegante, ma senza rinunciare alla rusticità che gli è propria. Difatti, il nome “pecorino” è dato dalla forma a muso di pecora del grappolo e dal fatto che quando i pastori transitavano durante la transumanza, le pecore si fermavano a brucare le foglie di questo vitigno
Un terreno sciolto ed argilloso con all’interno resti di ostriche e conchiglie di ogni genere, spiega la tanta mineralità sia nei profumi sia al gusto per tutti i vini, contraddistinti anche da freschezza olfattiva e gustativa quasi tendente al vegetale. Le perle della cantina:
Pecorino Colline Teatine I.G.T. 2022. da vitigno “Pecorino” con impianti a filari bassi su terreno sabbioso calcareo. Di colore giallo, fruttato. Al palato di buona qualità. Bianco Colline Teatine IGT BIO 2022 Trebbiano d’Abruzzo 100%. Di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli. All’olfatto si presenta fresco e floreale con note di fiore a bacca bianca e note balsamiche al retrolfatto. Ideale con tutta la cucina marinara, si accompagna ottimamente anche ad antipasti e secondi piatti delicati. Cerasuolo d’Abruzzo D.O.C. 2023 aspetto di colore ciliegia intenso con riflessi rosati. All’olfatto si presenta fruttato con note di amarena e ciliegia. Montepulciano d’Abruzzo DOC 2021 esposto a solagna su terreno calcareo-argilloso. Aspetto di colore rosso cardinale con riflessi violacei tendenti al blu. Eccellente e ben strutturato. Bouquet fruttato e speziato, sapore intenso e di buon corpo.Per concludere la visita un Montepulciano ancora in affinamento in vasche d’acciaio dove si sente tutto il carattere di questo vitigno nella sua giovane scontrosità, ma con un grande potenziale di miglioramento.