Miglioramento genetico e ricerca, senza ideologie, per un’agricoltura sostenibile e produttiva. Intervista alla senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo su agricultura.it
“L’agricoltura italiana è già ora tra le più sicure e controllate al mondo in termini di residui di agrofarmaci”
Dalle Tea al Green Deal, come la scienza potrà aiutare a crescere l’agricoltura italiana
23 febbraio 2024 – “La sfida per un futuro sostenibile è ottenere di più con meno: meno suolo, meno acqua, meno agrofarmaci, che impattano, oltre che sull’ambiente, anche sulle tasche degli imprenditori e quindi dei consumatori finali. Il minimo che si possa fare, in attesa della nuova disciplina europea a cui conformarsi, è stabilizzare quanto previsto in via transitoria rispetto alle TEA nel DL siccità. Sarebbe inconcepibile che gli studiosi italiani si trovassero a dover attendere di anno in anno la proroga d’efficacia di una disposizione di semplificazione di mero (e minimo) buon senso”.
A sottolinearlo è Elena Cattaneo, senatrice a vita e scienziata in una lunga intervista ad agricultura.it a questo link https://www.agricultura.it/2024/02/22/la-tradizione-di-oggi-non-e-che-linnovazione-di-ieri-elena-cattaneo-miglioramento-genetico-e-ricerca-senza-ideologie-per-unagricoltura-sostenibile-e-produttiva/
Si è poi parlato di biotecnologie e dell’arretratezza in materia dell’Italia.“Credo che in questo paghiamo l’aver dato retta per troppi anni, a tutti i livelli (politico, istituzionale, comunicativo) a narrazioni affascinanti, ma totalmente scollate da quella che è la realtà, complessa e multiforme, dell’agricoltura. Storie in cui c’è sempre un capro espiatorio con cui prendersela e un’alternativa in cui credere, tanto bella quanto, nei fatti, impossibile. L’agricoltura italiana è già ora tra le più sicure e controllate al mondo in termini di residui di agrofarmaci, tanto che più del 98% dei prodotti analizzati è ampiamente all’interno di limiti di legge di per sé molto stringenti”.
Prodotti alimentari migliorati grazie alla ricerca oggi considerati “tradizionali” dal pomodoro Pachino ai cloni del vino: la tradizione di oggi non è che l’innovazione di ieri, e questo processo è andato avanti da quando la specie umana ha iniziato a praticare l’agricoltura. Bisognerebbe capire quali siano i criteri secondo cui si è deciso di fissare arbitrariamente un limite temporale oltre il quale l’innovazione in campo agricolo ha smesso di essere parte della nostra storia ed è diventata un nemico da combattere a tutti i costi, al di là di ogni evidenza scientifica, spesso a detrimento proprio di quella “sovranità alimentare” che, a parole, tutti affermano di voler salvaguardare. Sempre di più credo che questi argomenti andrebbero affrontati in modo “laico”, più distante possibile dalle ideologie e dal marketing della paura”.
Inoltre, sulla politica italiana: “La politica ha preferito la strada delle scelte ideologiche anziché quella delle evidenze scientifiche”. “Non solo si è scelto di vietare la coltivazione a scopo commerciale di varietà geneticamente migliorate, ma si è anche, nei fatti, reso impossibile ottenere l’autorizzazione a sperimentarle in campo aperto”.