Tenuta Licinia: alla ricerca dei vigneti dimenticati della Valdichiana
L’azienda agricola di James Marshall-Lockyer conclude la prima vendemmia del Sangiovese, nuovo tassello del personale progetto di riqualificazione di antichi clos da sottosuoli particolari
Alle pendici dell’Appennino toscano, prossima al borgo di Lucignano (Arezzo), Tenuta Licinia porta a termine la prima vendemmia destinata all’esordio di Montalceto Sangiovese, risultato di una lunga ricerca del terroir ideale tra oltre cento vigneti ispezionati in Valdichiana.
La realtà vitivinicola di James Marshall-Lockyer, titolare e winemaker, si fonda sull’obiettivo di scovare e riqualificare antiche parcelle trascurate o dimenticate contraddistinte da sottosuoli particolari in grado di dare vita a vini in stile clos. La produzione di Tenuta Licinia, infatti, si connota per la fedeltà all’annata, declinata in vini di grande piacevolezza, meno estrattivi e più freschi, minerali e raffinati, grazie alla predominanza e alla finezza degli aromi primari, riflesso della composizione geologica della specifica parcella.
Per il nuovo e personale progetto enologico, James Marshall-Lockyer ha ispezionato oltre cento tra vigneti e uliveti in un raggio di 30 km dalla tenuta. Dopo anni di studi e 1200 ettari ispezionati, il winemaker ha individuato gli unici tre ettari – divisi in due piccole parcelle da 1,5 ha – dotati di caratteristiche in linea con i propri obiettivi.
“Nella mia produzione di Sangiovese, che sarà limitata a 2500 bottiglie, desidero racchiudere tutto il potenziale strutturale e aromatico del vigneto – spiega James Marshall-Lockyer –. Per questo fondo la produzione di Licinia su uno studio minuzioso del sottosuolo. Ho cercato il calcare per ottenere un distintivo profilo floreale e ho voluto l’ardesia per conferire a Montalceto una texture definita da tannini vellutati e opulenti”.
Il vigneto di Montalceto si trova a 410 m s.l.m., isolato all’interno di un bosco a distanza di circa 25 km dall’azienda. La posizione leggermente sopraelevata e il benefico passaggio d’aria, insieme a pochi, contenuti e rapidi interventi di prevenzione basati su una gestione biologica del vigneto, l’hanno preservato dalla peronospora.
“Grazie alla collocazione dei nostri clos e al tipo di gestione adottata, i frutti hanno goduto dell’armonia e della grande energia delle piante, oltre che di una bella fase di maturazione – continua Lockyer –. Da quando ho assunto le redini dell’azienda nel 2021, posso affermare che la 2023 sia stata per noi nel complesso l’annata di maggior successo”.
James Marshall-Lockyer, tre anni fa, prese in carico la gestione di Tenuta Licinia, succedendo al nonno e fondatore Jacques de Liedekerke che negli anni ’70 aveva acquistato e ristrutturato la proprietà da un amico italiano. La tenuta comprendeva anche un piccolo vigneto con sottosuolo di galestro, nel quale Jacques piantò cabernet sauvignon, varietà di cui era particolarmente appassionato. Nel 2019 de Liedekerke produsse la prima annata del Cabernet Sauvignon Sasso di Fata, altro vino simbolo dell’azienda, caratterizzato da un peculiare tratto sapido, con note di grafite e di petalo di rosa canina, perfetta incarnazione delle caratteristiche aromatiche del territorio.
Dopo la morte del nonno nel 2022, James decise di proseguire il percorso stilistico inaugurato da Jacques con l’annata 2019 apportando alcuni miglioramenti, che hanno visto l’annata 2021 rispecchiare interamente l’identità del vigneto e gettare le basi per il personale progetto Sangiovese.