Torre Scifo meta delle Giornate FAI di primavera 2023

Sabato 25 e Domenica 26 marzo si sono tenute le Giornate di primavera del FAI (Fondo Ambiente Italia) e con un versamento di un contributo libero oltre 750 luoghi inaccessibili o poco valorizzati sparsi per l’Italia hanno aperto le loro porte per un fine settimana dedicato alla scoperta della storia, dell’arte e della natura. In questa svariata e poliedrica offerta di tesori che rendono unico e straordinario il nostro territorio si è inserito anche quella del Gruppo FAI di Crotone, che per il weekend del 25 e 26 marzo ha offerto la possibilità di visitare Torre Scifo.

Posta sul Capo Pellegrino, appena a sud di Capo Colonna, la torre, a pianta quadrata, venne realizzata all’inizio del Seicento nell’ambito di un piano di difesa delle coste e di protezione dei traffici marittimi che prevedeva la costruzione di torri litoranee tra i fiumi Tacina e Neto. Erano tempi in cui il regno di Napoli si confrontava con frequenti incursioni a terra e assalti a navi mercantili ad opera dei Turchi. La fascia costiera dell’allora Calabria Ultra, a sud del Neto, era tra le più esposte. Torre Scifo (l’etimologia della località deriva da skyphos, un tipo di vaso greco) genera senza dubbio grande fascino in quanti l’ammirano dal mare, dalla sottostante spiaggia o dal tratto più alto della strada che da capo Colonna sale verso Salica.

Grazie all’iniziativa del Gruppo FAI di Crotone ed al lavoro di squadra portato avanti da Emilio Cellini (capogruppo), Adriana Arena, Daniele Viola, Rosangela Mossa, Luigi Laterza, Fabrizio Mauri, Giulio Grilletta e Salvatore Cellini, sabato 25 e domenica 26 marzo lo storico manufatto è stato aperto al pubblico col gradimento e l’ospitalità dei proprietari odierni, marchesi Francesco e Giovan Paolo Lucifero.

La visita, è stata impreziosita con l’apporto di ben 24 studenti del Liceo “G.V. Gravina” di Crotone in qualità di volontari ciceroni, si è svolta in quattro tappe. Nella prima sono illustrati il contesto storico in cui la torre fu edificata, la sua tipologia architettonica e il Codice Romano-Carratelli, un prezioso manoscritto del XVI secolo nel quale Torre Scifo è rappresentata tra le figure acquerellate relative a città fortificate, castelli, manufatti difensivi e altri dettagli del territorio della provincia di Calabria Ultra nel regno di Napoli. La torre, poi trasformata in residenza estiva, venne ceduta dal Demanio dello Stato al marchese Antonio Lucifero dopo l’Unità d’Italia.

La seconda tappa della visita è stata in parte dedicata alla storia di questa famiglia strettamente legata al passato di Crotone. Dei Lucifero la presenza nel nostro territorio è documentata sin dall’inizio della dominazione sveva. Sotto gli Aragonesi e gli Spagnoli ricoprono importanti cariche civili ed ecclesiastiche. Antonio Lucifero nel 1508 diventa vescovo della città provvedendo alla ricostruzione di parte della cattedrale e dell’episcopio. Sul versante civile e militare la casata si distingue per fedeltà e servizi resi all’imperatore Carlo V ottenendo in cambio prestigio, privilegi e il titolo nobiliare di marchesi. Se l’esterno, con interessanti cimeli archeologici incastonati nelle pareti, è già un forte richiamo al passato della località, l’accesso agli ambienti interni della torre è un susseguirsi di testimonianze legate a fatti e personaggi che ne hanno attraversato la storia.

Lo stemma araldico, sul soffitto dell’ingresso al primo piano, mostra insieme alle due stelle la mezzaluna crescente che simboleggia la partecipazione della casata alla lotta contro i Turchi e alla presa di Tunisi nel 1535. Nel salottino che precede le camere da letto i visitatori possono ammirare, tra i vari cimeli, foto dei sovrani d’Italia e d’Europa, tra cui Alberto I di Belgio e della consorte Elisabetta di Baviera, nipote della celebre principessa austriaca Sissi, e un grande e artistico lampadario donato dalla regina Elisabetta stessa.

Un altro autentico tuffo nel passato, nella terza tappa, si è realizzato con l’accesso al secondo piano. Adibito a sala da ricevimento, alle pareti sono presenti pregevoli tele dipinte ad olio e numerosi trofei di caccia anche di provenienza esotica, come bufali africani, uno gnu e un’antilope. Al posto dell’attuale tetto in legno la sommità della torre terminava in origine con una copertura piana dalla quale le bombarde sparavano palle di pietra, alcune ancora presenti nell’edificio, e venivano lanciati pece e olio bollente contro gli assedianti di turno. Locali così suggestivi non potevano non prestarsi all’ambientazione di alcuni film. È il caso delle pellicole “Il coraggio di parlare”, del 1987, diretto da Leandro Castellani, e “Padre Speranza”, con Bud Spencer, trasmesso nel 2005 su Rai due.

La vista dalle finestre della torre permette di spaziare verso Capo Colonna e verso quel mare nei cui fondali scenografici, ricadenti nell’Area marina protetta “Capo Rizzuto”, si fondono natura, storia e mito. È lì, proprio davanti a Torre Scifo, che il compianto archeosub crotonese Luigi Cantafora scoprì l’8 settembre 1986 quello che è ritenuto il più grande carico di marmi antichi del Mediterraneo, circa 360 tonnellate provenienti dalle cave dell’odierna isola turca di Marmara trasportate da una nave lapidaria romana naufragata.

Il relitto dei marmi ha chiuso l’ultima tappa di un tour destinato a riscuotere consensi per l’esclusività dell’accesso allo storico edificio e il contesto ambientale e paesaggistico in cui si trova. La suggestiva esibizione de “Le Krotoniadi” ha contribuito a rendere ancora più magica questa Giornate FAI di primavera 2023 ed ha rappresentato un gradevole richiamo al nostro passato illustre più lontano.

Dopo le Giornate dedicate al faro di Capo Colonna (autunno 2021), alla chiesa-monastero di Santa Chiara (primavera 2022) e alla cittadella-fortezza di Isola Capo Rizzuto (autunno 2022), l’auspicio del Gruppo FAI di Crotone è che la visita di Torre Scifo si concretizzi in un ulteriore successo alla scoperta di luoghi poco noti o dimenticati e con l’impegno di sempre volto a far conoscere, conservare e valorizzare il patrimonio storico, culturale, artistico e naturale di quest’area della Calabria.

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