Albino Armani in degustazione ad Amarone Opera Prima
nella foto: Famiglia Armani. Da sinistra: Albino Armani, Egle Capilupi, Federico Armani.
Mancano pochi giorni ad Amarone Opera Prima, l’evento dedicato ai millesimi debuttanti del grande rosso scaligero. Sabato 4 e domenica 5 febbraio, infatti, il Palazzo della Grand Guardia, Verona, aprirà nuovamente le porte alle numerose aziende della Valpolicella – ben 64 presenti alla prossima edizione organizzata dal Consorzio di Tutela – che si preparano ad incontrare stampa nazionale ed estera, operatori e winelover nella due giorni di assaggi più attesa della Provincia.
Protagonista di quest’anno è l’Amarone 2018, annata che promette tanta freschezza e buon potenziale d’invecchiamento. Ma sarà il pubblico a giudicare e l’azienda Albino Armani, con i suoi oltre 400 anni di storia, è pronta a presentarsi ai massimi esperti del settore con il suo Amarone della Valpolicella Classico “Albino Armani”, che sarà commercializzato dalla prossima primavera. Sono trascorsi ormai più di vent’anni da quando la famiglia Armani decise di produrre a Marano i suoi vini della Valpolicella da uve Corvina, Corvinone e Rondinella, in un territorio tra i più alti e scoscesi della Valle delle molte cantine, dove i vigneti sono posizionati alle altitudini maggiori – tra i 400 e i 600 m s.l.m. –, ossia al limite della viticoltura per questo areale.
Un approccio quello di Armani da sempre volto alla valorizzazione non solo del terroir ma anche della quota, che, qui a Marano di Valpolicella nello specifico, porta coerentemente ad enfatizzare la riconoscibilità della sua produzione. Ne deriva uno stile teso all’esaltazione dei particolari descrittori della parte più alta di questa regione vinicola, che porta nel bicchiere quella tipica croccantezza del frutto, eleganza e freschezza dovuta al clima di alta collina. Inoltre, nel caso dell’Amarone – cui sono destinate uve provenienti da vigne allevate su terreni a carattere vulcanico (tra S. Rocco e Camporal) -, troviamo anche una spiccata mineralità.
E proprio dai vigneti situati tra S. Rocco e Camporal arriva l’attenta selezione di uve destinate all’Amarone Riserva, il “Cuslanus”, di cui il prossimo weekend verrà presentata l’annata 2017. Il nome dell’etichetta si ispira all’antica divinità adorata dagli Arusnati in Valpolicella al tempo degli Etruschi. A questo dio è collegata l’idea del trascorrere del tempo, proprio come questo vino richiede il tempo di maturazione per esprimersi al meglio in evoluzioni balsamiche ed eteree. Un sorso vivace, di grande personalità, struttura, freschezza, sapido ed elegante, che regala un finale molto persistente.
Per maggiori informazioni sul programma di Amarone Opera Prima 2023 e sull’elenco delle aziende partecipanti, visita il sito www.amaroneoperaprima.it