Consorzio di Tutela della Coppa di Parma IGP: risultati 2019 penalizzati dall’andamento del mercato delle carni
A fronte dei prezzi record delle materie prime, diminuiscono i kg di carne fresca lavorata, le produzioni etichettate e il fatturato del comparto (21 aziende, 500 occupati), che scende a 60 milioni di euro. In crescita invece l’export, pari al 20% del turnover del settore. Prudente l’outlook 2020, soprattutto alla luce dell’emergenza Covid-19.
Parma, 11 marzo 2020 – Il 2019 si è rivelato un anno complesso per il comparto della Coppa di Parma IGP, che riunisce 21 aziende e che garantisce lavoro a 500 occupati. Come evidenziato dai dati ECEPA – Ente di Certificazione Prodotti Agro-Alimentari, nel 2019 i kg di carna suina lavorata sono stati 3,79 milioni, in diminuzione del 4,2% rispetto al 2018. Sostanzialmente stabile (-0,8%) il volume delle produzioni etichettate, nel 2019 pari a 1,79 milioni di kg.
Tutto ciò si è riflesso sul fatturato del comparto, che è sceso del 7,7%, attestandosi a quota 60 milioni di euro. A spiegare la motivazione è il Presidente del Consorzio di Tutela della Coppa di Parma IGP, Fabrizio Aschieri: «Nel corso del 2019 abbiamo assistito a un rincaro significativo delle materie prime, con la carne suina che ha raggiunto i prezzi più alti negli ultimi otto anni. Alla radice di questo fenomeno è la situazione in Cina: si stima che circa la metà dei 440 milioni di suini allevati in quel Paese siano stati colpiti dalla peste suina africana. Come conseguenza della decimazione della popolazione locale di maiali, la Cina ha guardato al di fuori dei suoi confini, Italia compresa, per soddisfare la domanda interna di carne suina: è ciò ha determinato delle turbolenze sul mercato delle carni, con effetti negativi anche per la nostra filiera».
Dallo studio di ECEPA emerge che il canale largamente prevalente nella commercializzazione della Coppa di Parma IGP è quello della grande distribuzione. Sul piano delle referenze, la Coppa di Parma IGP intera si conferma la più apprezzata dai consumatori. Segnali incoraggianti arrivano dall’export, la cui incidenza passa dal 18% al 20% del fatturato del comparto. I due principali Paesi di destinazione della Coppa di Parma IGP sono Francia e Germania, seguiti da Regno Unito e Benelux.
Per quanto riguarda l’anno in corso, il Presidente del Consorzio Fabrizio Aschieri esprime cautela: «Confidiamo di poter chiudere il 2020 con risultati a valore assoluto in linea con quelli del 2019. Oltre all’andamento dei prezzi del mercato delle carni, il comparto della Coppa di Parma IGP dovrà misurarsi con un altro fattore di incertezza come l’evoluzione della situazione Covid-19: è difficile fare previsioni sull’effettiva durata di questa emergenza e sull’impatto che potrà avere sui consumi delle famiglie italiane e non solo. Per quanto riguarda l’export, monitoriamo con attenzione il Regno Unito, che lo scorso 31 gennaio è uscito ufficialmente dall’Unione Europea: il 2020 sarà un anno particolare, in quanto proseguirà il regime transitorio. Vogliamo comunque essere positivi e proattivi: per sostenere il comparto, il Consorzio di Tutela della Coppa di Parma IGP proprio in questi giorni ha presentato al Ministero delle Politiche Agricole una domanda di finanziamento per attività di promozione da portarsi avanti nel biennio 2020-21».