Caorle e la tradizione della pesca: da antico villaggio di pescatori a borgo marinaro senza tempo

Il Porto Peschereccio, il Mercato Ittico Comunale, i Casoni e i ristoranti del centro storico sono i protagonisti di una tradizione unica che si può vivere a Caorle in ogni stagione: il rituale della pesca. In questo borgo storico dalla forte identità marinara, meta gourmet dell’Alto Adriatico, è proprio il pescato il fiore all’occhiello dell’offerta enogastronomica, tra storia, natura e folclore.
 
Caorle (VE), 7 febbraio 2020 – Esistono tradizioni che possono diventare veri e propri rituali radicati nella storia e nell’identità di un luogo. Antichi saperi tramandati di generazione in generazione come la pesca, una consuetudine da sempre legata al territorio lagunare di Caorle e alla cultura locale, che ancora oggi rappresenta l’attività economica principale dei suoi abitanti. Un vero e proprio rito che ogni giorno anima il Porto Peschereccio e il Mercato Ittico Comunale con gesti quasi teatrali, per poi deliziare i palati con pesce fresco e specialità tipiche da gustare in uno dei caratteristici ristoranti del centro storico marinaro.
 
La storia di Caorle narra di un antico villaggio di pescatori: piccole isole unite fra loro da ponti e canali navigabili, oggi interrati, su cui si affacciano case dai colori vivaci, tipiche della tradizione veneziana. Un territorio lagunare storicamente vocato alla pesca che comprende anche l’isola dei Casoni, in cui sorgono le antiche abitazioni realizzate in legno e canna palustre dei pescatori e delle loro famiglie, visitabili ancora oggi con suggestive escursioni in barca, a piedi o sui pedali. Oggi località di mare senza tempo, annoverata tra i Borghi Storici Marinari e ancora abitata da pescatori, Caorle conserva orgogliosa l’affascinante tradizione della pesca. Un vero spettacolo che quotidianamente (ogni pomeriggio a partire dalle 15.30), in ogni stagione dell’anno, coinvolge il suo centro storico: dall’arrivo delle imbarcazioni cariche di pesce freschissimo nel Rio Interno, dove si trova il Porto Peschereccio, alla vendita del pesce nell’adiacente Mercato Ittico Comunale. È qui che ha luogo la tipica “asta ad orecchio”, un procedimento che consiste nel sussurrare all’orecchio dell’astatore la propria proposta, in attesa che l’asta venga infine aggiudicata ad alta voce al miglior offerente. Mentre lungo il Rio Interno è curioso assistere al lavoro dei pescatori che fino al tramonto del sole preparano le reti da pesca e le barche per il giorno successivo. E proprio la tradizione peschereccia distingue anche la proposta gastronomia di Caorle: meta gourmet dell’Alto Adriatico, fa del pescato freschissimo il miglior biglietto da visita, offrendo una grande varietà di pesce che comprende anche tre prodotti ittici locali protagonisti di ricette e specialità tutte da provare. Il Moscardino, un piccolo polpo che ama i fondali sabbiosi, perfetto come antipasto ipocalorico e ottimo antirughe naturale grazie all’elevata percentuale di collagene che contiene; il canestrello bianco, mollusco dal sapore delicato spesso preparato alla griglia; le vongole di mare bio (certificazione unica in tutta Italia) allevate e raccolte nell’area antistante Vallevecchia, zona naturalistica protetta e Sito di Interesse Comunitario.

Imperdibile per gli amanti del mare, e non solo, la Festa del Pesce che nel mese di settembre coinvolge la caratteristica spiaggia della Sacheta, proprio a ridosso del Santuario della Madonna dell’Angelo, per celebrare la più importante tradizione caorlotta e i prodotti del suo mare. La manifestazione, organizzata ogni anno al termine della stagione estiva, propone stand enogastronomici, chioschi bar e tavoli in riva al mare, offrendo un menu a base pesce fresco cucinato dagli stessi pescatori secondo le ricette locali, in un’atmosfera originale e ricca di fascino in cui vengono ricreati anche i caratteristici Casoni, simbolo tipico dell’antico villaggio di pescatori della laguna.

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