Vinitaly, IMT: la Lacrima di Morro d’Alba celebra i 40 anni della DOC e scommette sull’invecchiamento


Vicari (componente comitato Lacrima di Morro d’Alba): puntiamo alla tipologia “riserva”
(Verona, 7 aprile 2025) Vino dalle caratteristiche olfattive uniche, non replicabili nemmeno nella sterminata biodiversità dei vitigni italiani, la Lacrima di Morro d’Alba è una delle Doc delle Marche molto spesso associata a una pronta beva. “A Vinitaly abbiamo voluto mostrare, con una degustazione celebrativa dei primi 40 anni del riconoscimento della Doc di Lacrima di Morro d’Alba, che siamo di fronte a un vino adatto all’invecchiamento, con un potenziale fino ad ora sottovalutato – spiega Vico Vicari, componente del comitato della Lacrima di Morro d’Alba Doc all’interno dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) -. Per questo abbiamo valutato la modifica del disciplinare per eliminare la tipologia “Superiore” e introdurre quella “Riserva”.
La degustazione guidata andata in scena questa mattina – alla presenza dell’onorevole Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, e dell’assessore regionale all’Agricoltura, Andrea Maria Antonini – negli spazi della collettiva organizzata dalla Regione Marche durante il 57° Vinitaly (in programma fino a mercoledì 9 aprile) lo ha dimostrato, con etichette individuate fra i produttori e annate fra il 2016 e il 2020.

Con una superficie di 256 ettari destinati alla Doc, 53 viticoltori, 28 produttori, quasi 9.000 ettolitri di vino certificato (fonte: Valoritalia, anno 2024), la Lacrima di Morro d’Alba è una Denominazione di Origine sostanzialmente di nicchia, ma di altissimo valore qualitativo e che ora scopre una nuova opportunità di mercato, grazie appunto ad una finora inesplorata vocazione all’invecchiamento. Ragione per cui la Lacrima di Morro d’Alba Doc, una delle 20 Denominazioni di Origine delle Marche, che sta valutando la modifica del disciplinare per introdurre la tipologia “Riserva” e eliminare quella “Superiore”.
Per Mirco Carloni, marchigiano, “la richiesta della ‘Riserva’ è un segnale positivo, perché significa che il vino sta crescendo e c’è la volontà di aumentare il mark-up del prodotto, che si traduce in un beneficio anche per il territorio”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Andrea Maria Antonini. “La Lacrima di Morro d’Alba è uno dei nomi del vino a cui la Regione Marche è più legata sia per la storia quarantennale che per il sostegno, riconosciuto dagli operatori e sui mercati – ha sottolineato Antonini -. Parliamo di un prodotto che grazie alla sua qualità è riuscito a dare respiro a un territorio e a un tessuto imprenditoriale”.