Alla scoperta dell’Amarone di Masi e della Valpolicella
Di Federica Paridi
Visitare l’Azienda Agricola Masi non è solo una visita di puro piacere edonistico, ma è anche e soprattutto un viaggio che ci riporta indietro nel tempo, qui vino, letteratura, identità nazionale si fondono e diventano un tutt’uno. L’Azienda Agricola Masi è forse la cantina che può vantare una delle più antichi e nobili origini del panorama vitivinicolo nazionale; e se facciamo un percorso a ritroso ci portano a Dante Alighieri.
Questa storia così affascinante ha inizio nel 1353, quando Pietro Alighieri, figlio del Sommo Poeta, acquistò i primi terreni a Gargagnago nel cuore della Valpolicella Classica. Dunque, da ventuno generazioni questa discendenza rivive nella tenuta che è anche simbolo della storia vitivinicola delle Venezie.
La storia continua nel 1549 quando avvenne l’unione tra la famiglia Alighieri, che si era trovata ad avere solo eredi femmine, e i Serego, potente famiglia dell’Impero. Da allora la discendenza porta il doppio cognome Serego Alighieri. Nel 1920 Pieralvise Serego Alighieri, dopo la filossera, istituì la Scuola di Agricoltura a Gargagnago per reimpiantare i vitigni autoctoni locali. Dal 1973 Serego Alighieri è tra le tenute di grande valore storico e vitivinicolo all’interno del Gruppo Masi.
Ai giorni nostri, la Corte interna della Tenuta, che un tempo veniva usata per le attività agricole è lastricata con la tipica “Pietra della Lessinia” o “Pietra di Prun”, dal nome della principale località di estrazione.
Sotto un pergolato e tutt’intorno al muro perimetrale di quella che era la vecchia foresteria, si trovano 11 vigne antichissime piantate nel 1875 in occasione della nascita del Conte Pieralvise e sopravvissute alla fillossera, tra cui l’uva Molinara, clone Serego Alighieri. Nel 2003 lo storico casato ha voluto celebrare 650 anni di ininterrotta convivenza con questi luoghi, creando una limitata e speciale produzione di Valpolicella utilizzando una percentuale di uve semiappassite.
Di fronte alla Corte, si trova il fruttaio storico dove viene effettuato l’Appassimento, metodo tradizionalmente utilizzato nelle Venezie per concentrare aromi e profumi nei vini. I locali sono allestiti con graticci di bambù, le “arele”, sulle quali si depongono i grappoli ad appassire. Le uve che compongono l’uvaggio classico della Valpolicella, Corvina, Rondinella e Molinara vengono lasciate riposare per un minimo di 100 giorni.
Nelle Possessioni Serego Alighieri si producono due preziosi cru:l’Amarone Vaio Armaron e il Recioto Casal Dei Ronchi più il Valpolicella Classico Superiore Monte Piazzo. Degustiamo Monte Piazzo, Serego Alighieri, Valpolicella DOC Classico Superiore 2020. Corvina, Rondinella, Molinara con affinamento in fusti di ciliegio usti in ciliegio da 600 litri che i Serego Alighieri portano avanti nel rispetto delle nobili tradizioni di famiglia. Colore rosso scuro brillante con riflessi porpora, intenso, caldo, note di ciliegia marasca, vaniglia. Buona acidità e tannino. Finale lungo e fruttato. Elegante,
Casale dei Ronchi Recioto della Valpolicella Classico docg 2019 Corvina, Rondinella, Molinara clone Serego Alighieri Dal colore rosso scuro. Impenetrabile. Intenso di ciliegie sotto spirito e noce. Dolce, ciliegia sovramatura, confettura di prugne. Spezie. Tannino elegante.
Della Tenuta Masi, il cui nome deriva da “Vaio dei Masi”, valle nel cuore della Valpolicella classica., assaggiamo invece Brolo Campofiorin 2020. “Brolo” equivale al francese clos, vigneto delimitato da mura. Le uve di questo pregiato vino provengono infatti da selezionati vigneti di Corvina, Rondinella e Oseleta. Vino che rappresenta in modo più che significativo il profondo legame tra la Famiglia Boscaini e la Valpolicella. Innanzitutto, riscoperta di autoctone, come l’Oseleta, reimpiantata da Masi in Valpolicella negli anni Ottanta. Poi la tecnica della doppia fermentazione: il vino viene rifermentato su uve parzialmente appassite delle stesse varietà, per arricchirlo di colore e aromi e ammorbidire i tannini. Presenta un intenso colore rosso rubino con riflessi porpora, e offre profumi di frutti di bosco, ciliegia, frutta cotta, note di cacao e vaniglia. Tannini levigati. Ricco e corposo. Il “Campofiorin” di Masi è un autentico pezzo di storia e rappresenta la tradizione vitivinicola veneta. Nasce nel 1964 dall’ingegno di Guido Boscaini ed è stato identificato come un “Supervenetian”,
Costasera-Amarone della Valpolicella Classico DOCG Riserva 2018 Questo vino proviene dalle colline rivolte al tramonto. Dai filari di vigneti che guardano il Lago di Garda e ne assorbono tutta l’essenza sapida e fresca. Un blend di tutte e quattro le uve rappresentative del territorio: 70% di uva a varietà Corvina, 15% a varietà Rondinella, 10% Oseleta e un 5% di Molinara. Le uve provengono da vigneti situati presso le zone di Marano, Negrar, Sant’Ambrogio e San Pietro in Cariano. Raccolta selezionata, sono lasciate ad appassire per circa 120 giorni negli antichi fruttai della cantina. La vinificazione si svolge con le tradizionali fasi di macerazione e fermentazione e si conclude con un periodo di affinamento di circa 40 mesi all’interno di botti di rovere di Slavonia e Francese. Di colore rosso rubino. Note di prugna e ciliegia cotta con tostatura di caffè, spezie dolci, chiodi di garofano Corpo strutturato, fresco e dai tannini setosi. Di lunga persistenza.
Nei locali della cantina sotterranea, riposano i tradizionali fusti veronesi, barriques e vecchie annate di Amarone. Una cantina sperimentale, dove il Gruppo Tecnico Masi sperimenta i più innovativi sistemi di vinificazione, e una cantina dedicata al Premio Masi, ossia alle personalità che hanno contribuito a portare avanti il concetto di, armonia, sostenibilità, bellezza dell’Amarone nel mondo, ma anche la centralità dell’uomo di fronte al progresso e alla tecnica.
Vi invito a ripetere la mia esperienza, si tratta di un territorio incantevole con splentidi vini! spero di tornarci presto