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Bubble’s Club crescono, aderisce anche la Mandragola di Guastalla e si festeggia con i vini della “Rete d’impresa del Pinot bianco del Collio”

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Di Thomas Coccolini Haertl

Un’alleanza si crea attraverso un solido intento comune: il territorio e le sue uve storiche. Questo è il significato di Rete d’impresa Pinot Bianco del Collio nata in Friuli nel 2019 sotto l’attenta guida di Ornella Venica.

Siamo nella parte più orientale del Friuli Venezia Giulia, in provincia di Gorizia, a confine con la Slovenia. Il vitigno che lega Venica & Venica con i vignaioli di questa rete è il Pinot Bianco, varietà internazionale perfettamente acclimatata a queste latitudini, da oltre 150 anni, favorita dalle caratteristiche pedoclimatiche del Collio. L’arco alpino ripara dal clima continentale che può essere rigido e simultaneamente le brezze marine che dal Golfo di Trieste salgono fino a qui, regalano climi asciutti, salubri per le uve. Unitamente a un sottosuolo di roccia sedimentaria, marna e arenaria che qui chiamano “Ponca”. Il risultato è un Pinot Bianco con aromaticità, spinta minerale, struttura e conclamata longevità.

Longevità e sostenibilità sono stati proprio i temi ricorrenti trattati dai produttori del Collio riuniti venerdì 3 maggio a La Mandragola, locale di eccellenza enogastronomica a Guastalla in provincia di Reggio Emilia, ora entrato nel circuito Bubble’s Club. Come Castello di Spessa, Komjanc Alessio, Livon, Russiz Superiore, Toros e Venica sono ora parte della Rete d’impresa Pinot Bianco del Collio, così La Mandragola dello Chef Valerio Ciervo e della Sommelier Ramona Scappi fa ora parte della rete di esclusivi ristoranti italiani voluta da Andrea Zanfi, editore e scrittore. Luoghi che non siano solo un riferimento per la ristorazione, ma anche fulcro di cultura, piacere e convivialità. Luoghi magici, dunque, quelli di Bubble’s dove si realizzano eventi per promuovere il meglio dell’enologia italiana e dove il tempo del ritrovo non è mai un atto banale.

Una serata in cui sei portate hanno disegnato un abbinamento ideale per altrettante coppie di vini presentati dalla Rete d’impresa. Sfiziosi, elaborati antipasti con pesce ed erbe dell’Orto, altro dettaglio che distingue questo ristorante nelle vicinanze del Grande Fiume, hanno reso al meglio la degustazione di Komjanc Alessio e Toros, entrambi con la giovane annata 2022 e l’interessante 2018. A seguire due primi: una vivace interpretazione della passata di ceci, erbe aromatiche, Gambero Rosso di Sicilia cotto e crudo poi un risotto Carnaroli colorato alla rapa rossa, Wasabi e tonno in due consistenze sono stati accompagnati da Livon 2021 (fra le annate giovani, certamente la più interessante) e 2016 poi Russiz Superiore il cui 2020 Riserva ha sorpreso per la sua profondità olfattiva dovuta anche a una parte delle uve lavorate in sovramaturazione, con un passaggio di affinamento in barrique, così da restituire particolari note di fiori di sambuco rafforzate da una impronta delicatamente smaltata, legata a un aroma di vaniglia in polvere e uva spina. Il trionfo negli abbinamenti è stata la crostatina salata con Chantilly al Gorgonzola, noci, pere e Shiso degustando i due vini di Venica & Venica: 2022 e 2013. L’apparente semplicità di un piatto unione di ingredienti che fra loro dialogano da secoli, come le noci con un formaggio erborinato e le pere, qui messi in scena con maestria dallo Chef Vincenzo – sul suo sito si presenta semplicemente così – dentro il piccolo cestino di pasta, sono stati ideali per esaltare da un lato il vino giovane ed erbaceo con il Gorgonzola e dall’altro il Pinot Bianco Tàlis dal lungo affinamento, caratterizzato da note di frutta candita che armonizzavano le fettine di pera. Finale sorprendente con un piatto che sembra un quadro: uovo pochè raccolto in un nido croccante eseguito con filamenti di pasta fillo, spuma di zabajone, Parmigiano-Reggiano e mostarda di pere Cotogne era in abbinamento al Castello di Spessa Pinot Bianco Santa Rosa 2020 e 2015. Non poteva esservi prova migliore della longevità in bottiglia di quest’uva internazionale cresciuta in Collio. Freschezza e sapidità che trascinano una lunga persistenza e persino un colore che non fa pensare ai tanti anni di affinamento. Tutte le portate sono state anticipate da una presentazione dei produttori che non hanno mancato di invitare in Collio i clienti del ristorante completamente sold-out per l’evento Bubble’s. Un ringraziamento va dunque ad Andrea Zanfi e a Ornella Venica, ma anche a figure determinanti come Marco Felluga che ha fortemente voluto questa Rete dedicata al Pinot Bianco. Nome, quello dei Felluga strettamente correlato da sempre con la storia del vino friulano.

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