Tutte le parole per dire Cheese, a Bra dal 15 al 18 settembre

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Pascoli, prati e comunità locali al centro di conferenze, degustazioni e proiezioni della Casa della Biodiversità, spazio di riflessione e confronto

I prati stabili, la sopravvivenza dei casari di piccola scala tra regole pensate per gli allevamenti intensivi e difficoltà di accesso ai pascoli, la montagna rigenerata dalle comunità che la vivono e la crisi climatica che ne determina mutamenti dall’impatto sociale ed economico, oltre che ambientale. Questi sono alcuni dei temi trattati da esperti e ricercatori, veterinari e pastori che intervengono alle conferenze ospitate nella Casa della Biodiversità di Cheese, la manifestazione internazionale dedicata ai formaggi a latte crudo organizzata da Città di Bra e Slow Food, dal 15 al 18 settembre. Storico spazio delle riflessioni, allestito con il sostegno di Reale Mutua, main partner di Cheese 2023 e sostenitore ufficiale di Slow Food Italia fin dal 2018, ospita un ricco programma di eventi: dibattiti sulle principali istanze del settore lattiero-caseario, degustazioni guidate dai produttori e le proiezioni serali di Cheese on the screen.   Per partecipare agli appuntamenti della Casa  della Biodiversità, gratuiti e aperti a tutte e tutti, è sufficiente registrarsi sul sito cheese.slowfood.it.  Andiamo alla scoperta delle conferenze proposte.   Venerdì 15 settembre: attivarsi e cambiare rotta  A Cheese lanciamo innanzitutto un grido di allarme, ma al tempo stesso ci attiviamo per salvare prati e pascoli, ecosistemi ricchi di biodiversità vegetale e animale che stanno subendo una progressiva rarefazione. Alle 15 discutiamo di come preservarli sia vantaggioso per l’ambiente, per il benessere degli animali, per la nostra salute, per le economie e le culture locali insieme a ricercatori esperti come Bruno Martin, ricercatore presso l’Institut National de recherche pour l’agriculture, l’alimentation et l’environnement (Inrae) – Francia, e Jim Levitt, direttore dell’International Land Conservation Network (Ilcn) presso il Lincoln Institute di Cambridge – Inghilterra.  Alle 17 invece ragioniamo sui modelli alternativi dell’allevamento intensivo, per capire come cambiare rotta e impostare una transizione ambientale ed etica ormai urgente e necessaria. Lo facciamo coinvolgendo alcuni esperti e portando interessanti esempi di buone pratiche: il progetto Stalla Etica® di Ruminantia, il modello di ecostalla senza cemento creata nel cuneese da una cooperativa sociale, il caso di un latte alimentare da prato stabile di montagna prodotto sulle Dolomiti e infine un modello di allevamento che metta al centro la salubrità e la fertilità del suolo e la sua relazione con il microbiota umano.   Sabato 16 settembre: recupero, sfide e valorizzazione  Come immaginiamo il futuro delle aree interne e delle terre alte? Come meta di un turismo stagionale, di investimenti fondiari e immobiliari? In Riabitare la montagna, in programma alle 11.30, scopriamo come recuperare una sua dimensione sociale, culturale e produttiva con gli occhi di Anna Kauber, regista, scrittrice e paesaggista, l’esperienza di Alessandra Stefani, direttore generale dell’economia montana e foreste del Masaf e gli insegnamenti di Marta Villa, esperta di antropologia alpina, dell’alimentazione e dell’identità presso l’Università di Trento.  Alle 15 indaghiamo sulle  sfide che fronteggia chi alleva animali su piccola scala: dal rispetto del benessere animale all’accesso ai pascoli, fino alla battaglia del latte crudo. Diamo voce ai piccoli sotto attacco insieme, tra gli altri, ad Anna Zuliani, tecnico Slow Food e membro Veterinari Senza Frontiere, Giannandrea Mencini, autore dei libri Pascoli di carta, Le mani sulla montagna, Bioavversità, Camila Almeida Alves, casara, direttrice dell’azienda agricola Estância Silvania, esperta di formaggi a latte crudo in America Latina.  Infine, alle 17 diamo il Benvenuto ai nuovi Presìdi dei caci (e non solo)!: il cacio di Genazzano, uno dei pecorini storici della provincia romana messo a rischio dalla scarsa disponibilità e dal consumo esclusivamente locale; il bleu de Queyras, formaggio a pasta erborinata proveniente dagli alpeggi delle Hautes Alpes, in Francia e il formaggio fodom, un cacio tipico del comune di Livinallongo del Col di Lana, in provincia di Belluno, che viene prodotto con latte crudo proveniente da tre mungiture. E poi la razza ovina plezzana, tipica dei pascoli alpini della Carinzia (Austria), dell’Alta Valle dell’Isonzo, Alpi e Prealpi Giulie, Tarvisiano nella provincia di Udine e in qualche zona della Slovenia.   Domenica 17 settembre: qualità, clima e pastorizia
Alle 10 scopriamo Quanto conta l’erba per la qualità del formaggio, degustando caciocavalli prodotti dallo stesso casaro, lo stesso giorno, ma con latte che proviene da animali alimentati in modo diverso. Mentre alle 11.30 ci facciamo raccontare le Cronache del clima che cambia, anche sui pascoli insieme a una squadra di esperti, tra cui, Sara Burbi, ricercatrice presso il Centro di Scienze delle Piante, Gruppo di Agroecologia, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Andrea Catorci e Paola Sciocco, docenti presso l’Università di Camerino (Mc).  Alle 15 il focus si sposta sulla civiltà della transumanza, una delle pratiche più antiche del mondo della pastorizia. Nella conferenza realizzata in collaborazione con l’Istituto centrale per il patrimonio immateriale, partner culturale di Cheese, ascoltiamo le testimonianze di chi porta avanti questa pratica così preziosa per il paesaggio e per gli animali, come Viola Marcelli, referente della Comunità Slow Food dell’aquilano per l’allevamento transumante, ed Elena Karovska Gosevska, responsabile Slow Food Macedonia.
Mentre nell’incontro delle 17 facciamo chiarezza sulle problematiche legate alla lana, per mostrare come trasformarla da prodotto di scarto a risorsa economica ed ecologica grazie ad esempi di realtà virtuose come quelle di Cristina Ferrarini, presidente dell’associazione per la promozione e tutela della pecora Brogna e referente del Presidio Slow Food, e Gloria Lucchesi, presidente della Cooperativa di Comunità Filo&Fibra e referente della comunità Slow Food delle Cassette di Cottura di San Casciano dei Bagni.   Lunedì 18 settembre: uno sguardo al futuro Il nostro sistema alimentare deve essere radicalmente rivisto, da un lato riducendo il consumo di carne e riscoprendo coltivazione e consumo dei legumi. Dall’altro puntando su un allevamento che metta al centro l’equilibrio tra animali e terra, la fertilità del suolo, il rispetto per gli animali, la tutela della biodiversità dei pascoli, la cura delle aree montane e la rigenerazione delle terre di pianura. Ne parliamo alle 11 in Allevamento sostenibile e consumo sostenibile, per comprendere come possiamo attuare un cambiamento significativo e urgente  partendo dalla tavola. Alle 15 chiudiamo gli approfondimenti in Casa della Biodiversità dando spazio a un mestiere poco conosciuto, considerato umile, antimoderno. In Cosa vuoi fare da grande? Il pastore! raccontiamo il ruolo di presidio territoriale che svolge questa professione, a partire dalle testimonianze di coloro che continuano a praticarla e a valorizzarla, come Tommaso Campedelli, coordinatore del progetto della Shepherd School a Stia (Ar), nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, e Samuel Lai, pastore e gestore di Domu Antiga Sardegna. Uno dei tanti messaggi positivi che Cheese 2023 vuole rivolgere al futuro del pianeta e dell’umanità.

Cheese 2023 è organizzato da Slow Food e Città di Bra, con il supporto di Regione Piemonte e di numerose realtà che credono nel progetto, a partire dai Main Partner: BBBell, BPER Banca, Confartigianato Cuneo, E-viso, Parmigiano Reggiano, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy, Reale Mutua. In Kind Partner Liebherr, Bormioli Luigi e Bormioli Rocco, Acqua S. Bernardo. Green partner sono Palm Green Pallet, Pool Pack e Ricrea. Area Partner: Baratti&Milano e Pepino. Media partner è TabUi. La manifestazione è realizzata con il contributo di Fondazione CRC e Fondazione CRT, ATL Langhe Monferrato Roero, Camera di Commercio di Cuneo e Ascom Bra. Partner culturale è l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale.

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