Il restyling delle etichette Monteverro
Monteverro, Terra di Monteverro, Tinata 2019 e Chardonnay 2020 – le prime annate a certificazione biologica – sfoggiano il nuovo logo sempre più contemporaneo
La cantina di Capalbio inaugura un progetto di rivisitazione grafica per creare una sinergia estetica con la filosofia della cantina, fatta di eleganza e linearità
Incastonata tra le dolci colline della Costa D’Argento, uno sguardo rivolto a Capalbio e uno al mare: questa è l’essenza di Monteverro, cantina gioiello della Toscana del Sud quasi al confine con il Lazio, quella che chi la vive ama definire la Maremma autentica. Proprio qui si snodano i filari delle vigne, un ricamo a perdita d’occhio che attraversa gli spazi e le stagioni, vede alternarsi iniziative trasversali, che abbracciano, la cultura, la musica e l’arte. In questa realtà che si racconta attraverso i suoi vini, ma che desidera anche parlare un lessico diverso, trova ragione d’essere il cambiamento grafico messo in atto.
“Abbiamo realizzato un restyling della parte iconografica dei nostri prodotti”, racconta il gruppo Marketing di Monteverro. “L’idea era quella di dar vita a un logo più contemporaneo, leggero, specchio della nostra filosofia che vede la tenuta – la cantina, le vigne e la squadra di lavoro – come un sistema sinergico e armonioso di cui i vini sono l’espressione, un idioma immediato con cui dialogare con il proprio pubblico”.
Less is more, dunque. Ci si libera del superfluo, non un cambio di rotta repentino, ma una rivisitazione per raccontare come Monteverro sia cresciuta e si sia evoluta in questi vent’anni di storia. Il tratto si è fatto più leggero, il logo si è liberato del colore dello sfondo per far emergere il disegno della M, per il nome del vino si è scelto un font più piccolo e l’anno abbandona il corsivo per una maggior leggibilità. A curarne il restyling, l’agenzia NSG – Strategic Branding Communication, di Bergamo, punto di riferimento indiscusso nel mondo del wine design italiano. “Anche il tratto dei disegni sullo sfondo si alleggerisce”, raccontano. “I nostri vini di punta – Monteverro, Tinata e Chardonnay – da sempre sfoggiano etichette evocative delle vigne da cui prendono vita. Abbiamo scelto di tenerle ma renderle ancora più leggere, come se fosse una citazione, uno spunto, un sussurro”. La semplicità si traduce in eleganza, la leggerezza in raffinatezza, i font scelti in leggibilità. “Una trasformazione che racconta come ci siamo evoluti e come la cantina abbia un’anima sempre più contemporanea, mantenendo contestualmente le sue radici nel territorio e nella tradizione. Equilibrio, armonia, passione e amore e rispetto della natura: ecco le parole chiave di questa evoluzione”.
“Con il nostro restyling abbiamo voluto valorizzare ciò che già esisteva, rinnovando un’immagine che si è consolidata nella mente del consumatore”, racconta NSG. “L’alleggerimento dell’illustrazione e del marchio ci portano verso l’essenzialità dando un’impronta più contemporanea, esclusiva ed italiana alle vestizioni. Un’etichetta più grande e spaziosa, una razionalizzazione dei font, la scelta di una carta molto pregiata e le raffinate nobilitazioni sono tutti dettagli che contribuiscono ad aumentare il valore percepito di queste bottiglie e a comunicare già dal packaging che i vini di Monteverro si posizionano fra i migliori dei grandi vini toscani.”
Monteverro ha messo dunque in atto un restyling che racconta un’evoluzione più che un cambiamento di identità. Anche per il mondo del vino è necessario adottare linguaggi aperti che sappiano conquistare un pubblico sempre più attento e selettivo.
“Un cambiamento estetico che è anche lo specchio di un’evoluzione sostanziale”, concludono dalla cantina. “Il 2019 è un’annata molto importante: è la prima 2019 è completamente biologica di tutta la gamma”. Dall’iniziale convenzionale sono passati – più di 10 anni – a un approccio biologico e nel 2017 è stata intrapresa la strada della certificazione: ha avuto così inizio la transizione di 2 anni per avere un prodotto certificato in etichetta. “È stata una presa di coscienza e progressiva sull’importanza di lavorare per preservare il più possibile la terra che ci ospita”, spiega il team di lavoro della cantina. “E oggi le analisi del suolo che facciamo regolarmente ci dicono che la conduzione biologia sta dando i suoi frutti per un suolo più vivo, le api che ospitiamo – sentinelle dell’ambiente – sono produttive e felici tra i fiori del sovescio”. In una visione più ampia di rispetto del luogo, da un paio di anni la tenuta ospita anche un orto biologico dei dipendenti, dove ognuno dà un contributo e alla fine si raccolgono i frutti di un lavoro collettivo, biologico, rispettoso delle stagioni.
Una nuova immagine per Monteverro, ma rimane intatta la sua filosofia incentrata sul rispetto della natura, dei suoi valori e dei suoi tempi.
Alcuni cenni su MonteverroNasce agli inizi degli anni 2000 da un’idea visionaria del proprietario Georg Weber, alla ricerca del luogo ideale dove dar vita al suo progetto di produrre vini di eccellenza. La scelta è pressoché già scritta: un amore incondizionato lega Georg alla Toscana, ma la vera intuizione è aver eletto a sua nuova dimora un territorio un po’ al di fuori dei circuiti vinicoli tradizionali. Una terra autentica e naturale, ricca di tradizioni e genuinità. Un grande lavoro in vigna e scelte attente in cantina si ripetono da 13 vendemmie per dare vita alle 6 eccellenze di Monteverro: il capofila Monteverro, a base di cabernet sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot, il fratello minore Terra di Monteverro dalle stesse uve, uno Chardonnay in purezza e un intrigante Syrah e Grenache chiamato Tinata e due vini di base, Vermentino e Verruzzo.