Viticoltori di Greve in Chianti, sette etichette caratterizzano la masterclass di Masnaghetti

Oltre 30 tra giornalisti, sommelier e influencer hanno partecipato all’approfondimento del territorio di Greve organizzato presso l’enoteca Falorni di Greve in Chianti e guidata da Alessandro Masnaghetti. Una sintetica anticipazione del nuovo lavoro dell’editore di Enogea dal titolo “Chianti Classico: l’Atlante”, il primo libro al mondo dedicato esclusivamente al territorio del Chianti Classico, ai suoi comuni, ai suoi vigneti e alle sue Unità Geografiche Aggiuntive (UGA).

 

Greve in Chianti, 9 Settembre 2022: il carattere distintivo di ogni porzione di territorio del Gallo Nero è il vero e più grande valore di questa bellissima denominazione: 75000 mila ettari di cui 9800 vitati e 6800 adibiti a Chianti Classico.

Grazie all’Associazione Viticoltori di Greve in Chianti giovedì 1° settembre è stato possibile approfondire le caratteristiche del territorio di Greve in Chianti, con la masterclass guidata da Alessandro Masnaghetti, che ha sviscerato con grande competenza e precisione, le peculiarità del territorio del Comune di Greve attraverso una selezione di vini dei soci aderenti all’associazione, sette vini provenienti da sette zone differenti del Comune.

All’interno dell’affascinante contesto dell’Enoteca Falorni di Greve in Chianti, Alessandro Masnaghetti ha iniziato la sua masterclass con una presentazione dettagliata dell’intero territorio del Chianti Classico, approfondendo ogni zona nelle sue caratteristiche geologiche piuttosto che quelle pedoclimatiche. Se vogliamo, una sintetica anticipazione di quello che potremo trovare nel nuovo lavoro di Masnaghetti dal titolo “Chianti Classico: l’Atlante”, il primo libro al mondo dedicato esclusivamente al territorio del Chianti Classico, ai suoi comuni, ai suoi vigneti e alle sue Unità Geografiche Aggiuntive (UGA).

Nel corso dell’approfondimento viene spiegato che il territorio del Chianti Classico è identificato nella parte esterna dal crinale dei monti del Chianti con il monte San Michele, il monte più alto della denominazione e sempre visibile da ogni punto del territorio. L’altro crinale parte da San Donato in Poggio ed arriva a Vagliagli, passando da Castellina e viene identificato come la parte interna del Chianti.

Troviamo anche un ulteriore crinale che unisce Castellina con i monti del Chianti, dove a sud insiste la provincia di Siena a nord quella di Firenze.

La zona dei monti del Chianti è sicuramente quella più fresca, mentre la parte nord e quella occidentale risultano essere quelle più calde e precoci, grazie anche all’influsso della conca di Firenze che porta l’aria calda della città sino alle porte di San Casciano.

Nella parte centrale del territorio del Chianti Classico troviamo formazione di Sillano, alberese e marne del Sugame, sui bordi a nord i depositi fluviali con sassi tondi, nella zona ovest depositi lacustri e colline dolci ricche di argilla, a sud le sabbie plioceniche, ad est il macigno del Chianti con un 80% di formazioni arenarie.

“Le UGA è qualcosa che si lega alla storia, alla geografia, alla tradizione, è oggi così e lo sarà tra 100 anni.” – racconta Masnaghetti – “un passo importante per la denominazione che non ha tradizione di cru, a differenza del Barolo per esempio, nel Chianti Classico troviamo invece grandi proprietà. Le differenze numeriche tra Chianti e Barolo esistono per questo, nel Chianti Classico troviamo confini naturali chiarissimi.”

Greve è il territorio più esteso del Chianti Classico con circa 17.000 ettari e al suo interno si trovano le UGA Greve, Panzano, Lamole e Montefioralle.

“La UGA Greve possiamo considerarla una zona molto articolata, una valle rettilinea che comprende una serie di zone specifiche e particolari. Due sono i riferimenti importanti, la valle della Greve e quella dei monti del Chianti, sparti acque tra il Chianti Classico ed il Valdarno.” – racconta Masnaghetti – “La mappa geologica ci racconta che nella destra Greve troviamo suoli ricchi di macigno, di marne nella zona del Sugame, ma anche argilliti. Nel lato sinistra Greve, che comprende anche Montefioralle e Panzano, troviamo un panorama sicuramente più articolato.

La masterclass si è conclusa con una degustazione ed un focus di 7 etichette provenienti da sette zone idealmente identificate da Masnaghetti nel territorio del Comune Greve che sono, partendo da nord: Strada, Chiocchio, Greti, Montefioralle, Destragreve, Dudda e Lucolena e Panzano.

Chianti Classico 2020 Ottomani (zona di Strada) e il Chianti Classico 2020 Nozzole (zona di Chiocchio) provengono dalla zona nord di Greve, dove troviamo un panorama aperto, suoli con argilliti e formazioni di Sillano, quote basse e clima più mite.

Il terzo vino Chianti Classico 2019, Fattoria Santo Stefano nasce nella zona di Greti, al confine tra la parte interna della valle della Greve e la parte più a nord, qui nei terreni troviamo formazione di Sillano, una vena di alberese e l’inizio del macigno dei monti, una zona articolata.

Con il quarto vino Chianti Classico 2019, Villa Calcinaia ci spostiamo nella zona sinistra   della Greve (zon di Montefioralle) dove l’alberese marca molto il vino, in questo vino troviamo infatti una vena acida più spinta, il frutto è più chiaro e brillante.

Il quinto vino Chianti Classico 2020, Chiandrè nasce nella zona della Destragreve dove come terreni troviamo sia il macigno che la formazione di Sillano che la pietra forte, caratteristica tipica di questa zona. Qui torniamo su uno stile dove il tannino è più marcato, una acidità più dolce e arrotondata ed una lieve terrosità.

Con il sesto vino Chianti Classico 2020, Castello di Querceto scavalchiamo le colline e andiamo nella zona di Dudda e Lucolena, tradizionalmente più fresca, nel vino torna l’acidità in evidenza con uno stile vivace abbinato ad una struttura di tannini più marcata.

In chiusura il settimo vino Chianti Classico 2018, Ca’ di Pesa che ha una annata diversa rispetto alle precedenti, nasce nella zona di Panzano versante ovest, su di un poggio di pietra forte. In questo vino influiscono particolarmente la macro zona e le caratteristiche climatiche di quell’area.

Piazza Matteotti, allestita in modo impeccabile, accoglie a cena i produttori dell’associazione, i giornalisti e comunicatori presenti alla masterclass, oltre a tanti ospiti speciali. La cena, composta da ottimi piatti della tradizione toscana, è stata abbinata ai vini dell’associazione.

“Questa associazione è composta da colleghi che hanno le stesse esperienze professionali” – commenta Victoria Olivia Matta, presidente dell’Associazione Viticoltori di Greve in Chianti – “ci permette di essere uniti, scambiarsi idee, opinioni e consigli oltre ad essere da ottimo collante nel rapporto di vicinato. Sono veramente contenta per quello che stiamo facendo, questa esperienza servirà a tutti per crescere professionalmente ed umanamente.”

“Avete finalmente in mano uno strumento estremamente importante, è il momento di mettere da parte personalismi e cercare di pensare positivo, quello delle UGA è uno strumento che deve essere sfruttato nel migliore dei modi, pensare positivo e se farete così sono sicuro che avrete grosse soddisfazioni.” – conclude Masnaghetti.

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