Il Conte Villa Prandone: un esempio di sostenibilità per il Piceno
Due anni di lavoro e 1.000 metri quadri per il nuovo ampliamento che coniuga sostenibilità, eleganza e tradizione vitivinicola marchigiana
Il Conte Villa Prandone, azienda agricola di Ascoli Piceno, ha ufficialmente inaugurato l’ampliamento della cantina. Il progetto è stato realizzato in due anni grazie alla collaborazione con importanti imprese del luogo, a dimostrazione della volontà della famiglia De Angelis di investire sempre di più sul territorio e sulla qualità dei propri vini.
L’ampliamento coniuga efficienza e sostenibilità, grazie a un impianto fotovoltaico posto sui tetti dell’azienda e volto all’autoconsumo elettrico, a un sistema di recupero delle acque piovane, alla predilezione per l’utilizzo di materiali locali e alla perfetta coibentazione che mantiene stabili le temperature degli ambienti durante tutto l’anno. Il progetto, inoltre, è stato concepito in un’ottica di tutela del paesaggio circostante, prevedendo una cantina in parte ipogea e in parte impreziosita da una terrazza con affaccio sulle vigne di proprietà, per apprezzare al meglio la bellezza del territorio. Il nuovo assetto riflette i valori e la sensibilità produttiva dell’azienda, che da tre generazioni si impegna a dare un contributo concreto alla crescita di una viticoltura marchigiana identitaria e responsabile.
Il Conte Villa Prandone muove i primi passi negli anni Cinquanta del secolo scorso, quando Amilcare De Angelis mette a dimora sette ettari di vigneto in mezzadria lungo Contrada Collenavicchio, area che gode delle benefiche influenze provenienti dal mare Adriatico a est e dai monti Sibillini a ovest. Oggi gli ettari vitati sono 50 e circondano la storica sede della cantina cui si è aggiunta la nuova opera architettonica di 1.000 metri quadri strutturata su due livelli.
“Abbiamo creato un luogo capace di rispondere alle esigenze produttive aziendali e al desiderio di accogliere il mondo dell’arte e della cultura, in particolare locale – ha sottolineato Emmanuel De Angelis, winemaker de Il Conte Villa Prandone – La nuova cantina e i grandi progetti che stiamo portando avanti da anni ci stimolano a migliorarci quotidianamente. Continueremo a dare il massimo per lo sviluppo del territorio, non solo facendo conoscere la qualità e lo stile inconfondibile dei nostri vini a livello internazionale, ma anche offrendo un esempio di dedizione, meticolosità e di amore per il bello, lascito indelebile per le future generazioni”.
Emmanuel De Angelis conduce l’azienda insieme ai fratelli Marina, Walter e Samuel e ai genitori Adua e Marino. Insieme hanno colto l’eredità dei predecessori e definito un nuovo percorso per Il Conte Villa Prandone, che nel calice si traduce in vini dai tratti raffinati e potenti, ma al contempo scevri di qualsiasi ostentazione e opulenza, testimoni di un territorio ancora poco noto ma di grande valore per l’enologia italiana che spicca per l’elegante sincerità.
Ne è un esempio la nuova annata 2019 del IX Prandone in uscita a settembre, frutto di un’accurata selezione di uve merlot, vinificata e affinata tra vasche di cemento e botti di rovere per almeno 30 mesi. IX Prandone è prodotto solo nelle annate migliori e in quantità estremamente limitate e rientra nella Linea Premium dell’azienda insieme a LuKont Marche Rosso IGP, 100% montepulciano, e a Marinus Rosso Piceno Superiore DOP, da uve selezionate di varietà montepulciano e sangiovese.
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Il Conte Villa Prandone L’azienda vitivinicola Il Conte Villa Prandone nasce negli anni Cinquanta, quando Amilcare De Angelis mette a dimora sette ettari di vigneto in mezzadria sui colli di Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno. Oggi gli ettari vitati sono 50, per una produzione di circa 250.000 bottiglie l’anno.
La filosofia della famiglia De Angelis si basa su tradizioni che ricoprono il tempo di tre generazioni a sostegno della qualità e dell’ambiente, con pratiche che mirano alla salvaguardia della biodiversità in vigna e alla sostenibilità energetica in cantina. Lo stile de Il Conte Villa Prandone riflette la ricerca del miglior bilanciamento tra identità di frutto e piacevolezza di beva, in un gioco di equilibri che oscilla tra l’assecondare e il domare il terroir. I vini rivelano così una naturale predisposizione gastronomica, accompagnandosi a una grande varietà di piatti che va dagli antipasti più delicati fino agli arrosti più saporiti e alla selvaggina.