“La Malvasia di Parma Passato, Presente e Futuro” pubblicato da Silva Editore

Antonella Pizzi e Roberto Baruffini scrivono “La Malvasia di Parma Passato, Presente e Futuro” pubblicato da Silva Editore, e proseguono il cammino profuso dall’AIS di Parma con il Festival della Malvasia organizzato negli ultimi anni.

 

La Malvasia è considerato il vino d’elezione del territorio parmense e a confermare l’importanza di questo vitigno il sommelier Antonella Pizzi e il professore Roberto Baruffini hanno dato alle stampe “La Malvasia di Parma Passato, Presente e Futuro” pubblicato da Silva Editore.

Si tratta di un lavoro condiviso che  traccia il solco della tradizione racchiudendo in questo prezioso lavoro: Ricerca storia, territorio, caratteristiche ampelografiche, habitat, entra anche nei particolari visto che descrive il territorio dal punto di vista geologico e morfologico del terreno in cui insistono i vigneti nelle quattro valli territoriali (Val d’Enza, Val Parma, Val Baganza, Val Taro con Ceno e Stirone).

Rivela inoltre note gustative, caratteristiche del vitigno, amenità e curiosità citando i personaggi storici che hanno amato i vini prodotti nel passato recente. Vengono citati personaggi illustri che hanno amato il vino Malvasia (Garibaldi, Verdi, Maria Luigia d’Austria).

Vengono riportanti anche gli apprezzamenti di Veronelli, pubblicati sulle riviste su cui scriveva, su campioni di Malvasia degustati a Talignano (frazione. di Sala Baganza) in compagnia del curato Don Botti appassionato di enogastronomia del territorio

Infine c’è spazio anche per una riflessione su un’ipotesi di futuro del vino Malvasia ma in primis del vigneto con le sfide che è chiamato ad affrontare relative al cambiamento climatico e della conservazione del suolo e con l’idea di un vino sognato che non sveliamo perché sarà una sorpresa per il lettore.

Un’opera completa dunque che si pone l’obiettivo di stimolare e informare il lettore sulle vicende di questo vino, presente sin dalla notte dei tempi ma che si è  fortemente legato a questo territorio e ne condivide tratti importanti della sua storia.

Consulentedelgusto.it ha dialogato a distanza con i due autori e ha cercato di fare una sintesi del libro e delle motivazioni che li hanno portati a scrivere su questo interessante argomento.

Un invito alla lettura e ad acquistare il libro che si può trovare nelle librerie di Parma, presso la sede AIS Parma o spedito inviando una mail di richiesta a malvasia.pr@gmail.com al prezzo di  € 15,00 + spese di spedizione variabili a seconda del luogo di consegna.

Parte del ricavato andrà devoluto  in beneficienza.

Ecco le domande che  ConsulentedelGusto.it ha rivolto al sommelier Antonella Pizzi e al Prof. Roberto Baruffini per far comprendere meglio i contenuti del libro: “La Malvasia di Parma Passato, Presente e Futuro” pubblicato da Silva Editore di cui è coautore assieme al sommelier della delegazione AIS Emilia Antonella Pizzi.

Domanda 1:  Consulentedelgusto.it  Cosa la ha spinto a scrivere il libro:
Sommelier Antonella Pizzi:

ho accettato, insieme a Roberto, la proposta di Anna Maria Compiani sul voler lasciare una traccia del lavoro svolto dalla delegazione AIS di Parma sul vitigno Malvasia in occasione della manifestazione il Festival della Malvasia che si tiene ogni anno a Sala Baganza alla quale AIS ha partecipato con la realizzazione di master class a tema e degustazioni con abbinamento a cibi del territorio e non.

La sfida è stata quella dell’ulteriore approfondimento e ricerca degli argomenti trattati. Ma questo è ciò che mi appassiona e che mi stimola in ogni cosa che faccio nella vita. Non a caso il libro è dedicato “ A tutte le persone che vivono la propria esistenza con passione”

Domanda 1:  Consulentedelgusto.it  Quali difficoltà ha incontrato nella stesura di quest’opera?
Sommelier Antonella Pizzi:
certo, perché il libro affronta i temi trattati in modo semplice ma non superficiale e se vogliamo lo possiamo definire ambizioso perché cerca di tendere una mano a cercare di unire come in un girotondo tutte le figure che fanno si che noi consumatori finali possiamo godere di un calice di Malvasia.

Consulentedelgusto.it: Da quanto tempo si occupa di vino
Sommelier Antonella Pizzi:
la mia professione non è nel mondo del vino ma in tutt’altro settore. Mi interesso di vino per diletto perché mi affascina ciò che lo circonda e le persone che lo vivono. Così che nel 2013 ho conseguito il diploma di Sommelier AIS e nel 2016 quello da Degustatore AIS.

Consulentedelgusto.it: Cosa ne penso dei vini di Parma
Sommelier Antonella Pizzi:
Per rimanere sul tema vorrei esprimermi sulla Malvasia di Parma.
Devo dire che noto fermento e grande volontà ed impegno da parte dei produttori nel riscattare questo vino che è sempre stato l’emblema della nostra viticoltura ma che ha avuto dei momenti di difficoltà perché considerato “locale” per chi non è di Parma e per il suo sentore aromatico. Questa aromaticità però potrebbe essere, in questo momento storico, l’arma vincente perché ben si sposa con i cibi etnici considerando una società globalizzata. I viticoltori stanno proponendo tutti i tipi di vinificazione possibili sfruttando sapientemente la versatilità del vitigno. Si sta facendo strada la Malvasia in versione ferma con ottimi risultati.

Grappolo di Malvasia del produttore Antonio Aldini

Prof. Roberto Baruffini:
Per prima cosa diciamo che le risposte ad alcune di queste domande si trovano nell’introduzione che ho scritto giusto in limine a questo libro. Vediamo di riassumerle e di aggiungere qualcosa di non scritto

Domanda 1 – ConsulentedelGusto.it: Come mai un altro libro sulla Malvasia?
Prof. Roberto Baruffini:
In realtà non si tratta di “un altro” libro sulla Malvasia, ma del “primo libro” che pretende, ovviamente senza alcuna superbia, di raccontare la storia della Malvasia di Parma; anzi, addirittura, per come io e Antonella abbiamo inteso scrivere, che racconti la “vita” di questo vitigno e di questo vino. Insomma, una vera e propria “biografia” che, a misura di quella umana, ne tracci laddove possibile, la nascita e le vicende, intricate, labirintiche, sovente tormentate e spesso gloriose di un vino che oggi appare decisamente sottostimato e di difficile collocazione. Quest’ultimo è sicuramente uno dei motivi che ci hanno spinto a riscriverne i contorni, tentando di smuovere in un qualche modo, quell’operazione di ricollocamento, anche storico, che crediamo gli appartenga.

Domanda 2 – ConsulentedelGusto.it: Che tipo di rapporto ha con la Malvasia?
Prof. Roberto Baruffini:
Personalmente vengo da un percorso completamente diverso, visto che nella mia vita mi sono occupato di studi letterari e non di carattere storico; né fino ad oggi, studi e scritti che si rivolgessero a un terreno (chiamiamolo pure gastro enologico) al quale avevo partecipato solo con interesse ed animo affettuosi. Nulla più, o quasi visto che da qualche tempo sto curando la pubblicazione di un ricettario inedito “ritrovato” quasi casualmente, di un pasticciere parmigiano del XVIII°; libro che potrebbe modificare letteralmente tante delle ipotesi fatte nel corso degli anni, sulla pasticceria parmigiana, e sulla sua storia. Questo lavoro ha fatto sì che, allorquando mi è giunta la proposta di Anna Maria Compiani (sua è infatti l’idea del libro), non ho avuto dubbi sull’accettare con entusiasmo, anche se con qualche timore, lo ripeto, verso un ambito che poco conoscevo, a livello di studi. Non dimentichiamo che la Malvasia rimane, per chi come me è nato e vissuto per lungo tempo a Parma, il vitigno principe del territorio; l’eleganza raffinata che si unisce alla ruvida mascolinità del Lambrusco locale: quel vino che il grande Bruno Barilli osò disegnare come “mistura schiumosa e spropositata che faceva bum nello stomaco”. La Malvasia di Parma ha accompagnato nel corso degli anni personaggi illustri, talvolta mitizzandone il racconto, tanto che questo libro ha faticato non poco nello spogliare eccessi di fantasia da riccioli di verità.

Domanda 3 – ConsulentedelGusto.it: Cosa si aspetta da questo libro? e quale contributo del libro ai vini del territorio. Contesto e pubblico.
Prof. Roberto Baruffini:
Difficile dire cosa un autore si aspetti da un libro. Personalmente so benissimo cosa mi aspetto, quasi sempre. E quasi sempre, abbastanza presuntuosamente. Ovviamente lo dico anche con quel tanto (o quel poco) di ironia che serve sempre a stemperare attese troppo elevate. Come detto prima, questo libro mancava. Soprattutto mancava “un libro”. Proprio oggi che pare che certi libri siano destinati all’angolo. Come dire: il web tende continuamente a porsi come oggetto subdolamente (lo dico ovviamente, in senso buono e per nulla distruttivo o negativo) definitivo. Eppure pochi sanno che la durata del libro è ancora immensamente superiore alla parola digitale. Si scrivono blog, si lavora con website, ecc. ecc. ma tutto ciò tendenzialmente è destinato a sfuocare, perdersi. Il libro, ancorché apparentemente più fragile, depositato, per diritto o per dovere negli spazi oscuri di una biblioteca, sopravvive.

Io e Antonella abbiamo creduto fin dall’inizio che questo libro potesse riconsiderare un territorio intero che si è identificato per anni in questo vino; e dentro questo territorio ricollocare paesaggi infuocati dal vento della storia e dell’arte, e dai passi che uomini sconosciuti o celebri, hanno lasciato come orme indelebili. “Camminare la terra” diceva il grande Gino Veronelli. Impronte dell’Uomo e dei “suoi” vignaioli. Come il grande Angelo Casalini, che io definisco Nobile Lottatore. Pochi sanno chi sia Casalini. Eppure converrebbe dedicare a questa persona un libro tutto intero. Ma davvero: chi è questo personaggio? Casalini è un anziano contadino (amo utilizzare questa antica parola, più che i termini “vignaiolo” o “agricoltore”; quindi passatemela ancora una volta) che ha salvato quella che possiamo definire la vera Malvasia di Parma, quella che fino a non troppi decenni fa chiamavamo tutti Malvasia di Maiatico. Oggi, su queste terre si è piantata la Malvasia di Candia aromatica e tutti o quasi hanno eradicato quell’antico vitigno. Perché? Poco produttivo si diceva, almeno un 30% in meno della Candia aromatica. Solo l’ostinato Casalini, con pochissimi altri, è riuscito a mantenere in vita e a farlo fruttare, questa sorta di fossile vivente, con un vino dalle stupefacenti caratteristiche. Quasi un vino contro natura se si pensa che riesce a rendere il meglio di sé attorno agli otto dieci anni. Insomma, questa Malvasia, che oggi il Registro Nazionale dei Vitigni ha chiamato Malvasia Odorosissima o Casalini, potrebbe proiettarsi in un spazio e in un tempo assolutamente nuovi e quasi imprevedibili; e come diceva un personaggio famoso, “il futuro ha un cuore antico”.

vigne del produttore Antonio Aldini particolarmente vocate per la produzione di Malvasia sui Colli di Parma –

Infine – ConsulentedelGusto.it: quale pubblico per questo libro?
Prof. Roberto Baruffini:
Nessuno, forse. Nel senso che provocatoriamente potremmo dire che questo libro si rivolge a tutti coloro che hanno voglia di spendere qualche attimo per conoscere (o ri-conoscere) una storia che si era dispersa. E che si è recuperata anche attraverso la riscoperta di documenti che parevano perduti. Almeno nella memoria collettiva.

Certamente un solo, piccolo libro non sarà in grado sicuramente di essere decisivo. Ma vorremmo che attraverso le parole si contribuisse a svegliare gli spiriti verso una pagina illustre del nostro passato, ridonando a questo vino l’attenzione che merita. E che meritano tutti gli appassionati vignaioli di queste terre.

 

NOTE BIOGRAFICHE DEGLI AUTORI

Antonella Pizzi è nata a Parma nel 1964. Diplomata Ragioniere e Perito Commerciale con specializzazione in Commercio Estero. Appassionata del mondo del vino, è Sommelier A.I.S. dal 2013 e Degustatore A.I.S. dal 2016.

Ha partecipato ai panel di degustazione per la guida AIS Emilia e Romagna “Emilia Romagna da Bere e da Mangiare”.

 

 

 

 

Robert Baruffini è nato a Parma nel 1950. Laureato in Lettere Moderne, ha lavorato all’Università di Parma come Assistente di Marzio Pieri, alla Cattedra di Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea, occupandosi soprattutto di studi sulla poesia italiana del Novecento. Ha pubblicato saggi e studi su riviste specializzate, in particolare sull’opera di Pasolini, Bertolucci, Montale e Sereni. Ha pubblicato i volumi “La poesia in Emilia Romagna” (1982), “Poeti dell’Emilia Romagna (antologia per gli anni Settanta)” (1983), “Il tramonto del Romanticismo” (2002). Ha fatto parte, dal 1975 al 1988, del comitato di Redazione della rivista di letteratura contemporanea “Quinta Generazione”. Attualmente si sta occupando dello studio e della pubblicazione di un ricettario inedito del caffettiere parmigiano del XVIII° secolo Giorgio Zillioli.

Fotocredit di copertina Riccardo Zammarchi

 

L’Autore


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