Ritorno alle origini per i cru Brazan e Galea della cantina I Clivi
I due vini di punta dell’azienda vitivinicola di Corno di Rosazzo tornano a essere uvaggi di campo per raccontare al meglio le differenti zone Dop da cui nascono e la forte impronta territoriale garantita dal mix irripetibile tra vigne vecchie, ponca e microclima.
Una nuova composizione varietale richiamata anche da un restyling grafico delle etichette per valorizzare ulteriormente l’identità territoriale di due vini di punta che nascono da altrettante aree a differente denominazione d’origine distanti tra loro solo pochi chilometri: la cantina friulana I Clivi rinnova i propri cru Brazan e Galea con l’uscita delle nuove annate (2018).
Per quelli che sono due dei vini più apprezzati dell’azienda vitivinicola di Corno di Rosazzo si tratta in realtà di un ritorno alle origini, come racconta il titolare Mario Zanusso. “Brazan e Galea tornano a essere uvaggi di campo come nacquero più di vent’anni fa e non saranno più, dunque, due Friulano in purezza. La scelta nasce dalla volontà di raccontare in modo sempre più diretto e profondo le differenze sensoriali derivanti dal terroir dei due diversi vigneti situati rispettivamente nel Collio e nei Colli Orientali, che si esprimono in modo sempre più evidente anno dopo anno”.
Dall’annata 2018 il cru Brazan torna a essere quindi un blend di Friulano e Malvasia, uve provenienti da vigne di novant’anni situate sul monte Quarin a Brazzano di Cormons, nel Collio. Un microclima umido e fresco, caratterizzato da forti escursioni termiche, porta a un vino sapido e marino con sfumature idrocarburiche. Un vino di mare e di luna, elementi richiamati a livello cromatico nella nuova etichetta dal blu e dall’azzurro.
Il Galea 2018 è invece un blend di Friulano e Verduzzo, uve provenienti da vigne di ottant’anni situate sulle colline di Corno di Rosazzo, nei Colli Orientali del Friuli. Un microclima più asciutto e soleggiato porta a un vino più vigoroso e caldo con sfumature pietra focaia e miele. Un vino di terra e di sole, elementi richiamati a livello cromatico nella nuova etichetta dall’arancione e dall’ocra.
Per raccontare nel calice le diverse interpretazioni di Friulano in purezza coltivato nelle due rispettive aree di produzione continueranno a essere presenti nella gamma di vini aziendali il San Lorenzo (Collio Dop Friulano) e il San Pietro (Colli Orientali del Friuli Dop).