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Nuovi orizzonti per il Ruché di Castagnole Monferrato Docg

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Approvata il 30 gennaio 2020 la modifica del disciplinare:
possibilità di certificare la tipologia Riserva

Il Ruché di Castagnole Monferrato Docg taglia un altro traguardo importante e lascia intendere un
grande futuro. arrivato a un passo dal milione di bottiglie, soglia che ascrive una denominazione al
novero delle grandi produzioni, è ufficiale la modifica che introduce la tipologia Riserva nel testo del
disciplinare. Una conquista che arriva al termine di un percorso approvato nel dicembre 2018 dal
Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, istituzione che tutela la denominazione nella sua
interezza.
Il Ruché di Castagnole Monferrato Docg Riserva apre nuovi e stimolanti scenari. Per un vino
abitualmente considerato di pronta beva e destinato al consumo da giovane, la possibilità di maturare
con 24 mesi di invecchiamento, dei quali almeno 12 passati in botte di legno, rappresenta certamente
un potenziale ricco di suggestioni. Gli studi per ottenere questi risultati proseguono da anni, quando
nel 2001 sperimentazioni e ricerche scientifiche hanno cominciato a avvalorare questa ipotesi di
evoluzione. Tutto questo incornicia la parabola crescente del Ruché, che negli ultimi dieci anni ha
quasi triplicato gli ettari di superficie rivendicata (da 60 ha del 2008 ai 158 ha del 2019) e, nella
vendemmia 2019 rispetto a quella precedente, incrementato l’imbottigliato dell’11%.
Numeri e percentuali che sottolineano come la denominazione abbia ottenuto nel tempo gradimenti
crescenti su scala nazionale e internazionale, con picchi di rilievo in Usa, Svizzera, Olanda, Germania,
Giappone e Sud America. Questa nuova opportunità di consumo consente inoltre di guardare con
rinnovato interesse a quei mercati come Stati Uniti e Canada dove i vini complessi registrano oggi
molti favori da parte di pubblico e operatori. Un trend delle vendite complessivo in sensibile crescita
che per il prossimo futuro lascia dunque aperta una possibilità: quella di individuare nel Ruché Riserva una nuova, preziosa risorsa economica e vinicola.

«Un giusto riconoscimento per il lavoro svolto in questi anni – dichiara Filippo Mobrici, Presidente
Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato – La tradizione di un vino come il Ruché è stata
preservata con pazienza e dedizione fino all’ottenimento della Docg, incontrando il favore di esperti
e consumatori e crescendo sensibilmente in qualità e numero di bottiglie. La definizione della
tipologia Riserva è il coronamento di un percorso di maturità. Da questa nuova e interessante
declinazione partono incoraggianti scommesse per il futuro di tutta la denominazione».
«Il riconoscimento ufficiale della tipologia Ruché Riserva è il punto di arrivo di un percorso di
crescita costante, in termini qualitativi e quantitativi, che sottolinea le caratteristiche enologiche e
organolettiche della denominazione – commenta Luca Ferraris, Presidente Associazione Produttori
Ruché – Il Ruché, da sempre considerato un vino da consumarsi giovane, guadagna in questo modo
nuovi spazi e nuovi orizzonti, conquistando una posizione di rilievo anche tra i vini da
invecchiamento».

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