Nature: il Parmigiano Reggiano non solo è sano e naturale, fa anche bene all’apparato digerente.
È stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature Communications una ricerca che evidenzia che l’assunzione di Parmigiano Reggiano, non solo ha un importante ruolo nutrizionale nella dieta umana, ma anche un importante effetto salutistico in quanto arricchisce il patrimonio delle comunità microbiche (microbiota) residenti nel tratto gastrointestinale umano.
Parma, 22 marzo 2019 – E’ stata pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Communications una ricerca coordinata dal Prof. Marco Ventura e dalla Prof.ssa Francesca Turroni dell’Università degli Studi di Parma, volta a comprendere le origini ecologiche e la composizione delle comunità microbiche del Parmigiano Reggiano, partecipando allo sviluppo delle sue caratteristiche organolettiche.
Il Parmigiano Reggiano è strettamente legato alla propria zona di origine (le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna a sinistra del fiume Reno e Mantova a destra del Po): è un prodotto DOP che deve il suo successo alla sua storia millenaria, ma anche a un microclima ideale che contribuisce a rendere unico il Re dei Formaggi.
Il fatto che sia prodotto senza alcun trattamento termico (il Parmigiano Reggiano è un formaggio a latte crudo che non viene pastorizzato), senza aggiunta di additivi e conservanti, lo rende un alimento completamente naturale sano e genuino: un formaggio che riesce a regalare al consumatore i profumi e i sapori dei foraggi che hanno mangiato le bovine, del latte che hanno prodotto per produrre le forme del formaggio più famoso d’Italia.
A dirlo, oggi, non sono solo i 330 caseifici che lo producono, ma anche la scienza.
Lo studio dell’Università di Parma ha infatti dimostrato per la prima volta che il Parmigiano Reggiano svolge un importante ruolo di alimento funzionale nella dieta umana, in quanto vettore di ceppi microbici che arricchiscono il microbiota intestinale umano.
È il primo lavoro che fornisce un’immagine molta dettagliata della composizione delle comunità batteriche, definite nel loro complesso microbiota, che risiedono nel Parmigiano Reggiano, mostrando l’esistenza sia di specie batteriche ubiquitarie sia di differenze legate al sito di produzione.
Il lavoro è stato condotto dal Laboratorio di Probiogenomica, Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale e dal Centro di Ricerca Interdipartimentale “Microbiome Research Hub” e ha visto la partecipazione di un gruppo di ricerca interamente dell’Ateneo di Parma.
Questa ricerca ha permesso di ricostruire in modo preciso il microbiota del Parmigiano Reggiano.
I dati ottenuti hanno evidenziato l’esistenza di batteri che vengono trasmessi dal latte vaccino all’uomo attraverso l’assunzione di Parmigiano Reggiano.
Tra questi batteri che vengono trasmessi per via orizzontale ricadono anche alcune specie di bifidobatteri, microrganismi probiotici comunemente considerati capaci di espletare effetti salutistici sull’uomo. In sostanza, la ricerca dimostra che c’è un passaggio orizzontale di batteri potenzialmente “buoni” dalle bovine al consumatore finale.
Mette inoltre in luce come l’assunzione del Parmigiano Reggiano possieda non solo un importante ruolo nutrizionale nella dieta umana, già ampiamente dimostrato, ma anche un effetto salutistico operato tramite il trasferimento di microrganismi in grado di modulare ed arricchire il microbiota intestinale dell’uomo.
Il lavoro apre un serio dibattito scientifico in merito all’origine di alcune tipologie di batteri ritenuti specifici di determinati alimenti, per questo definiti batteri degli alimenti, e pone delle concrete basi scientifiche relativamente alla loro origine ambientale e al loro trasferimento attraverso la filiera alimentare.
La ricerca è aperta: di certo si può dire che il Parmigiano Reggiano è un alimento che serve ad arricchire il nostro microbiota con microrganismi che hanno benefici sul tratto gastrointestinale. Ma in futuro ci si potrebbe anche spingere oltre, perché la presenza di questi microrganismi potrebbe avere anche ulteriori effetti salutari, considerando il ruolo centrale che viene attributo all’intestino per quanto riguarda il benessere e la salute dell’uomo.