A CAPODANNO OGNI BOLLICINA VALE
I consigli e gli auguri per la cena dell’ultimo dell’anno da parte della sommelier Maura Gigatti.
Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi. L’importante è che ci siano sempre le bollicine ad accompagnare le Feste. Diverse le metodologie di vinificazione per creare la magica effervescenza che si sviluppa durante la seconda fermentazione. Dal vino base, l’aggiunta di mosto o di lieviti e zucchero sviluppa la rifermentazione attraverso l’utilizzo di un’ autoclave (metodo Martinotti); in bottiglia con sboccatura (metodo Classico), oppure attraverso il mantenimento dei lieviti all’interno del vetro. Ma veniamo al sodo.
Cosa abbinare alla cena di Capodanno? Bollicina italiana o francese? Oppure inglese?
Per l’aperitivo, vorrei proporvi un metodo classico, progettato da due amici inglesi amanti della Francia. “Brut Reserve”, metodo Classico della regione dell’Hampshire (Inghilterra),
composto da Pinot nero e Chardonnay dell’’azienda Coates & Seely.
Una bollicina spiritosa, divertente, dal carattere verticale per la sua spiccata acidità, note agrumate di scorza di pompelmo, arancia da abbinare a crocchette di baccalà con cavolo viola.
Per un primo piatto a base di trenette al ragù di scorfano e sbuffi di ricci di mare, il Trentodoc Maso Nero dosaggio zero dell’Azienda Zeni, composto da 100% Pinot bianco fermentato e affinato in barriques per 24 mesi.
Il filetto di rombo con vellutata di broccoli , lo spumante del Domaine Carneros in Napa Valley che ho degustato a New York in occasione della degustazione di Robert Parker.
“Brut Rosé “ 2015 dal fruttato e floreale del Pinot nero con l’eleganza dello Chardonnay, realizzato dalla Maison Taittinger di Reims, una delle poche rimaste a gestione famigliare dalla terza generazione.”
E per il dolce? Quale bollicina posso consigliare con il panettone farcito di uvetta e canditi di arancia e cedro?
“ Cuvée Exquise ” , Blanc de Blanc ideato da Anselme Selosse per accompagnare i dolci a base di frutta con un residuo zuccherino di circa 20-25 g/l. Uno Champagne Sec equilibrato nella sua piacevole e delicata dolcezza .
Non voglio rubare altro tempo alle vostre idee per un felice Capodanno. Auguro a tutti voi di festeggiare allegramente un buon fine 2018 e un 2019 ricco di tante bollicine!!!!
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Recensione a cura di: Maura Gigatti
Titolare della Trattoria I Du Matt di Parma
Sommelier professionista Ais
Maura Gigatti si è avvicinata al mondo della ristorazione in modo graduale. Fatale l’incontro con Mariano Chiarelli che diventa compagno nella vita e nel lavoro. Decidono di aprire “I Du Matt”, moderna ed elegante trattoria alle porte di Parma.
Maura sceglie la cantina e a Mariano tocca la cucina. Maura si ritaglia un suo spazio in cantina che l’arreda con circa 1500 bottiglie, dalle grandi maison di Champagne, alle piccole produzioni locali della Penisola.
Diventa sommelier nel 2013, frequenta il Master ALMA Ais e consegue titolo di Sommelier professionista; frequenta il Corso tecniche di servizio del Sommelier, segue numerosi seminari e corsi di degustazione per affinare sempre di più le sue qualità. Partecipa al Master del Lambrusco, a quello del Vermentino e al Trofeo del Soave.
Nel 2015 è semifinalista come Miglior Sommelier d’Italia, nel 2017 secondo posto al Trofeo Consorzio vini di Romagna, vince il Master del Lambrusco, terza classificata al Master del Nebbiolo, prima classificata al Master del Primitivo e seconda al Trofeo miglior sommelier del Vermentino.
Dal 2018 è entrata a far parte, come sommelier, dell’Associazione Le Donne del Vino – con le quali ha partecipato al Concorso internazionale Feminalise di Parigi come degustatrice e alla presentazione a New York di Wine Spectator – e di Noi di Sala. Sempre quest’anno ha ottenuto il titolo di seconda classificata del Trofeo miglior Sommelier del Vermentino 2018 e ha partecipato come ospite e docente alle masterclass del Primo Primitivo Day di Parma.